- TITOLO: La la land
- DATA DI USCITA: 2016
- REGIA: Damien Chazelle
- SCENEGGIATURA: Damien Chazelle
- TRAMA:
Mia e Sebastian, un’aspirante attrice e un pianista jazz, intrecciano casualmente le proprie vite tra le luci di Los Angeles. Luci che li accompagneranno nella loro storia d’amore, tra musica e tramonti, conquiste e delusioni, arte e nostalgia.
Chazelle confeziona un film tecnicamente inattaccabile e di una qualità visiva superiore alle maggior parte dei film usciti negli ultimi tempi.
Fatte le dovute considerazioni sul film, passiamo ora a ciò che seriamente mi turba del film e di tutto ciò che ruota intorno ad esso.
Ciò che mi “preoccupa” è l’eccessiva esaltazione di un film che è SOLAMENTE ben confezionato. Chazelle porta in scena un prodotto estremamente accademico, senza nessun interesse nell’andare in profondità rispetto alle tematiche che ha scelto di trattare nel suo film, affidandosi totalmente alla messa in scena, che come già detto, è ottima, ma che arriva al punto di risultare spocchioso attraverso l’eccessiva citazione che ha più l’aria di essere un “pavoneggiamento” che un vero e proprio omaggio a ciò che ha contribuito alla sua formazione come regista e sceneggiatore.
Questo La la land con la sua storia è calato in un contesto che sa tanto di studente in giacca e cravatta che si presenta all’esame avendo studiato non molto ma avendo comprato un vestito costoso ed elegante. Il suo voto sarà comunque positivo, se non alto, ma non avrà lasciato nulla a se stesso e al professore.
Il mio discorso potrebbe sembrare banale, perché non è di certo la prima volta che un film viene esaltato più di quanto effettivamente meriti, mettendo in ombra altre pellicole con le quali il paragone non avrebbe retto, ma ciò che veramente è assurdo è l’eccessiva esaltazione di ciò che è questa pellicola.
Si è arrivati a dire che la scelta della coppia Gosling-Stone fosse voluta in quanto la loro non-familiarità con la danza, il canto e la musica avrebbe contribuito a sottolineare la goffa storia d’amore tra i due. Non ci vuole un genio a capire che la loro popolarità avrebbe avuto ripercussioni sull’impatto mediatico del tutto. L’ambientazione stessa, nella “città delle stelle” è stata vista come perfetta per sottolineare la dura strada verso i propri sogni in questo duro e difficile mondo. Non di certo miliardi di occhiolini verso la nostra amata America, vero?
Come detto sopra, questo non è il primo film esaltato eccessivamente. Tutto ciò accadde con Birdman, con Revenant, con Interstellar, Capitan America: Civil War ecc ecc
Ciò che mi turba è la tendenza ancor più grande ad esaltare questa particolare pellicola e l’ingenuità con la quale ci si approccia ad essa. Mentre nelle pellicole citate poc’anzi ci si “limitava” a non voler vedere i loro chiari difetti, qua addirittura si arriva a dare per buoni e a considerare alcuni elementi acchiappa-consensi come chiare scelte autoriali.
In conclusione spero di aver esposto e chiarito la mia posizione riguardo un film che chiaramente è di ottima qualità ed inattaccabile sul piano tecnico, ma che vive in una scatola fin troppo decorata rispetto al suo contenuto. Scatola, che a differenza di altre scatole simili nel passato, viene riempita sempre di più di un numero spropositato di fiocchi, tanto che quasi ci si sente in colpa a non apprezzarne il contenuto.
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