Goodnight mommy: io vedo, io vedo.

SCHEDA FILM
    • TITOLO: Goodnight mommy (Ich seh, ich seh)
    • DATA DI USCITA: 2014
    • REGIA: Severin Fiala e Veronika Franz
    • SCENEGGIATURA: Severin Fiala e Veronika Franz
    • TRAMA: 

Una madre subisce un’operazione chirurgica che la costringe a tenere molte bende sul viso. Al suo ritorno a casa, i suoi due figli, gemelli, iniziano a dubitare di lei credendo che sia qualcun altro. I dubbi si trasformeranno in paure, terrore e violenza.

Goodnight mommy” si presenta come uno dei migliori horror degli ultimi anni, e attraverso un sapiente uso del racconto per immagini regala alla storia una progressione che lo pone tra i prodotti del genere meglio riusciti in tempi recenti; è pratica solita infatti girare i film horror con gli strumenti e lo stile tipico dell’action, carico di adrenalina, nervoso, frenetico. Ci si trova di fronte invece ad un film che non accelera mai seriamente e non presenta alterazioni casuali di ritmo.

Come per molti film del genere che ritengo personalmente degli ottimi prodotti (The VVitch, Kuroneko e The eyes of my mother per esempio), questa pellicola sceglie di creare una tensione crescente che viene “spalmata” abilmente per tutta la sua durata, generando un “percorso” visivo e concettuale che alimenta la paura e la curiosità dello spettatore verso la storia che viene raccontata.

Il film è un “gioco” tra regista/scrittore e fruitore, nel quale il primo dà al secondo svariati indizi lungo il corso della vicenda – posizionandoli strategicamente – introducendolo inevitabilmente in un acchiapparello che non avrà fine se non negli ultimi minuti del film. La struttura narrativa dunque si sviluppa attraverso vari stadi che accrescono la tensione tra i due gemelli e la madre, che vengono gestiti bene da una capacità di scrittura adatta al contesto che il film crea. 

La regia è minimalista, con pochissimi movimenti di macchina e inquadrature fisse perfettamente composte nelle quali c’è una grossa prevalenza del colore bianco delle pareti della casa dal design moderno, che implica l’assenza di una moltitudine di oggetti sul campo che disturberebbe il senso di angoscia dato dalla “sola” presenza sullo schermo delle 3 figure protagoniste della storia. Sebbene i protagonisti siano due bambini e una donna la cui espressività e racchiusa solo ed esclusivamente negli occhi e nella bocca, le emozioni che riescono ad esprimere sono comunque di forte intensità(aiutati, come detto sopra, dal minimalismo visivo che “isola” i personaggi e li esalta nello spazio cinematografico).
I registi sono elegantissimi nella messa in scena, pacati e perfezionisti, e non si abbandonano a stilemi classici del genere con grande uso di zone in ombra, jumpscares et similia.


Ho più volte pensato che non stessi effettivamente guardando un horror, tale la natura visiva di questo film.

Proprio per questa messa in scena il film si dimostra particolare e intelligente, essendo una voce fuori dal coro che non da l’idea di avere la presunzione di essere migliore perché “innovativo”, ma perché ha saputo gestire dei tratti non-tipici del genere horror senza banalizzarsi o diventare una caricatura.
Fotografia, scenografia, montaggio e regia lavorano in simbiosi per dare allo spettatore una sensazione paradossale di calma e di incredibile tensione, contrapponendo i silenzi e i colori pacificatori di una bellissima e pulita casa in campagna con dei leggeri pizzicotti e sussurri che non fanno altro che presagire per il peggio.

Molti lo hanno paragonato ai Funny Games di Michael Haneke. Personalmente condivido questo paragone con le dovute differenze: il film non può competere minimamente con quello/i di Haneke, però devo ammettere che la resa visiva è molto vicina al candore, all’asciuttezza e alla raggelante regolarità della messa in scena di Funny Games.

Il film purtroppo scade, da un certo punto in poi, in una sequela di violenza che lo fa rientrare bruscamente nel genere puro. Non che sia un problema, beninteso, però l’incipit fa presagire più di quanto effettivamente venga realizzato nella pellicola. La struttura narrativa/visiva dà l’impressione che il film sia qualcosa di più di un semplice film racchiuso nel robusto recinto del “genere”. La quasi assenza di dialoghi, alcune sequenze che tendono all’onirico danno parvenza di qualcosa che di fatto il film non è.

Ciò che ne viene fuori è un semplice(seppur realizzato ottimamente) film horror che non ha nulla da raccontare al di fuori della sua “sfera d’influenza”. Vengono inoltre accennati nella prima parte alcuni concetti che sembrano non aver nessun risvolto o importanza nel quadro generale della storia, lasciando l’amaro in bocca per un film che sarebbe potuto essere – in potenza – decisamente migliore di quello che effettivamente è.

In conclusione, “Goodnight mommyNON è un’occasione sprecata, in quanto è un ottimo film horror che gode di una storia e di una messa in scena gestite con moltissima cura, che avrebbero semplicemente potuto dare molto di più se trattate con una mano diversa e più ragionata.



Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Comments (

0

)

Blog su WordPress.com.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: